WebLa regola del 40%: Andare avanti quando pensi di non farcela Ci sono momenti nella vita in cui sembra impossibile continuare ad andare avanti. In quei momenti è come se. Web3. Concentrati sul futuro. Impara dal passato, apprezza il presente e concentrati sul futuro. Pensando in anticipo alla vita che desideri, avrai un obiettivo da raggiungere e avrai una. WebTraduzioni in contesto per "non farcela proprio ad andare avanti" in italiano-inglese da Reverso Context: Mi stavano aspettando quando pensavo di non farcela proprio ad.
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WebTraduzioni in contesto per "non farcela proprio ad andare avanti" in italiano-inglese da Reverso Context: Mi stavano aspettando quando pensavo di non farcela proprio ad. WebÈ importante andare oltre e continuare a vivere la nostra vita, cercando sempre di trovare qualcosa di positivo anche semplicemente dalle piccole cose. Ecco. WebSpiego di seguito; non riesco a superare la rottura con la mia ex, sono passati più di 4 mesi e non riesco ad andare avanti, anzi più il tempo passa più le cose. WebTraduzioni in contesto per "non farcela ad andare" in italiano-inglese da Reverso Context: Sentivo solo di non farcela ad andare avanti. Traduzione Context Correttore Sinonimi. Websoktanto non deve mollare perché può farcela: è la sua vita e ad ogni età possiamo rimettere un po’ mano a questioni che sembrano consolidate e statiche In bocca a lupo e. WebSecondo questo semplice principio, quando sei convinto di essere arrivato al tuo limite, quando pensi di non poter più andare avanti, sei solo al 40% del tuo. WebNon importa se vai avanti piano, l’importante è che non ti fermi. (Confucio) Hai gambe e braccia per rialzarti e continuare ad andare avanti. Hai il cuore per sostenere lo sforzo e. WebNon riesco ad andare avanti senza di lui. Quando una situazione ci colpisce molto a livello emotivo, la nostra mente mette in moto un meccanismo di difesa che ci permette di.
Attualmente - Quando ti senti impotente e sei convinto di non farcela: la storia dell’elefante incatenato virale
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Visualizza Come andare avanti quando vorresti mollare: la regola del 40%
Spiegazione di Non Farcela Più Ad Andare Avanti cosa puoi vedere
La storia dell’elefante incatenato spiega perché spesso, quando ci troviamo di fronte a sfide o difficoltà della vita, siamo convinti di non farcela. Di conseguenza, ecco che ti senti impotente e finisci per arrenderti.
Allo stesso modo, in questa storia, l’elefante è stato da sempre legato al terreno con una catena tanto pesante da impedirgli di liberarsene. L’elefante ormai adulto non riesce a spezzare quella catena, perché porta con sé il ricordo dell'impotenza sperimentata.
Anche noi, come l’elefante, abbiamo inciso nella nostra memoria tanti “non posso” e “non potrò mai”. Viviamo condizionati da una parte di noi che è convinta di non essere in grado di fare qualcosa, semplicemente perché non ci siamo riusciti in passato.
Eppure, l’unico modo per scoprire se oggi possiamo farcela è trovare il coraggio di provare, mettendo in discussione le nostre convinzioni limitanti.
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“C’era una volta un bambino appassionato di circo. Amava passare il tempo a osservare gli animali, gli acrobati e i pagliacci a mostrare le loro capacità fisiche, umoristiche, intellettive.
In particolare, era rimasto letteralmente incantato da un elefante che dava sfoggio della sua forza fisica, del suo peso e della sua grandezza senza eguali. Eppure, dopo il suo numero e appena prima di entrare in scena, l’elefante era legato a un minuscolo paletto conficcato nel terreno che, con una piccola corda, legava una delle sue zampe.
- Com'è possibile che un paletto così piccolo in legno e conficcato nel terreno possa tenere imprigionato un animale così forte? - si chiedeva il bambino. Il bambino, sinceramente incuriosito da questa domanda, iniziò a confrontarsi ponendola alle persone più grandi di lui. Tutti gli rispondevano: - l'elefante non scappa perché è ammaestrato -. Ma, di contro, il bambino incalzava: - se è veramente così, se il motivo per cui non scappa è che è ammaestrato, allora che bisogno c'è di tenerlo legato? Che lo lascino libero e lui saprà restare al suo posto. - Nessun adulto sapeva dare una risposta a questa obiezione.
Col passare del tempo il bambino dimenticò la questione dell'elefante e del paletto, ma un giorno, da adulto, si riscoprì ancora intento a fantasticare su quella scena.
Immaginò l'elefante da piccolo, legato e incatenato a quel piccolo paletto. Vide chiaramente che quel piccolo elefante tirava, sudava e si trascinava per cercare di liberarsi da quel paletto. Ma nonostante gli sforzi non ce la faceva, perché quel paletto era troppo forte per lui, si addormentava sfinito. Il giorno dopo ci riprova, e quello dopo ancora e ancora.
Finché, un terribile giorno, quell’elefantino decise di rassegnarsi al suo destino e accettò la sua impotenza. L'elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare; porta impresso dentro di sé il ricordo dell'impotenza sperimentata appena dopo la nascita. E il brutto è che non è mai tornato seriamente su quel ricordo e non ha mai più messo alla prova la sua forza.
Forse anche noi siamo come quell'elefante: andiamo in giro nel mondo incatenati a centinaia di paletti che ci tolgono la libertà. Viviamo pensando che non possiamo fare un sacco di cose semplicemente per il fatto che, quando eravamo piccoli, ci abbiamo provato ma non ci siamo riusciti.
E allora abbiamo fatto come l'elefante, abbiamo inciso nella nostra memoria “non posso. Non posso e non potrò mai”. È così che oggi viviamo condizionati da una parte di noi stessi che non ce l'aveva fatta ma che non sappiamo se sia ancora attuale.
Per scoprirlo, per vedere se ora possiamo farcela non c'è che un modo: provare, riprovare e riprovare con tutto il nostro cuore.
La storia dell'elefante racconta qualche cosa su tutti quanti noi: crediamo che alcune cose siano impossibili da fare perché tempo fa qualcuno ci ha messo una catena e noi abbiamo creduto di non essere in grado di poterla spezzare. E così, abbiamo anche smesso di provare a spezzarla. Ma non è vero che non sei capace: certo, non sto dicendo che tutti noi possiamo fare tutto quello che ci passa per la testa, ma probabilmente possiamo fare molto di più di quello che pensiamo di essere capaci.”
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